A dispetto della sua indubbia grandezza e attuale fama in tutto il mondo, Antonio Vivaldi restò pressoché sconosciuto per moltissimi anni. Alcune sue composizioni furono scoperte verso la metà dell’800 a Dresda in Germania ma il grosso del suo lavoro fu portato alla luce solo poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Solo nel 1947 vennero eseguite, per la prima volta, “Le Quattro Stagioni”, la sua composizione più conosciuta e, dieci anni dopo, fu la volta del “Gloria”. Da quegli anni Vivaldi fu conosciuto in tutto il mondo e rimane uno dei compositori più amati ed eseguiti.
Vivaldi compose due Gloria in Re Maggiore per soli, coro e orchestra tra il 1713 e il 1717. Il Gloria RV 589 è senz'altro una delle pagine più avvincenti e conosciute del musicista veneziano: l'organico prevede un coro a quattro parti, due soprani, un contralto, oboe, tromba, archi e basso continuo. Il testo è organizzato in 12 sezioni che si alternano in una varietà di forme, di tempi, di ritmi, di tonalità e di organico: brani solistici nello stile dell'aria, strumenti concertanti, cori omofonici, contrappunti, ritornelli nello stile del Concerto. L'unitarietà del lavoro viene garantita dalla ripresa, nel penultimo movimento, dello stesso tema iniziale in una sorta di circolarità strutturale.
Materiale di supporto:
PartituraEsecuzioni recenti della Corale Roberto Goitre: